Home sweet (?) home: Pisticci (part 1)

Dopo ogni viaggio si ritorna a casa, anche se diciamo che la parola “casa” per chi “soffre” di wanderlust è relativa.
Bene, casa mia si trova in Basilicata, sulla Costa Jonica della Basilicata, a metà tra la Puglia e la Calabria, in quella che è definita piana di Metaponto, per la precisione nel comune di Pisticci. Poi se vogliamo essere proprio precisi, nella sua frazione principale, Marconia.
La storia di Pisticci la si può datare ai tempi degli antichi Greci, intorno al VI-V secolo a.C., quando venne fondato il primo nucleo abitativo sulla collina detta “del Casale”, in realtà Monte Corno, a cui venne dato il nome di Pistoikos “luogo fedele“. E da allora sono parecchi i personaggi che pare siano passati da Pisticci, ma non essendo una guida esperta lascio a chi di dovere i cenni storici.
Pisticci, in quanto territorio comunale, è uno dei più grandi della Basilicata: diviso tra Pisticci e le sue frazioni : Marconia, dove vivo; Centro Agricolo, in cui venne confinato uno dei nostri Padri Costituenti nel periodo fascista, Pisticci Scalo e poi Tinchi e Casinello, una piccolissima area rurale a ridosso della SS 106. E poi una lunga fascia costiera, tra le foci del fiume Basento e Cavone.
Per la mia generazione Pisticci è stato il luogo in cui avevamo (e/o abbiamo tuttora) i nonni e gli zii, quindi fin da piccolo sei abituato a fare la spola tra un posto e l’altro almeno una volta a settimana mentre con le nuove generazioni questa cosa si è un po’ persa, almeno a mio parere. E, andandoci da bambino, sei abituato a girare per i vicoli, esplorare il paese “vecchio” e a perderti un po’ per le stradine, trovando scorciatoie che solo qualcuno esperto o con un buon senso dell’orientamento potrebbe trovare.

Pisticci, veduta della Terravecchia

Qualche mese fa mi è capitato di fare da “fixer” per una residenza artistica e ho accompagnato una fotografa portoghese, Fatima Abreu Ferreira, in un lungo giro per Pisticci. E voglio farvi fare più o meno lo stesso giro, almeno idealmente.

Partiamo quindi proprio dalla collina del Casale, dove sorge l’Abbazia di Santa Maria La Sanità del Casale, una chiesa di chiara fattezza romanica, datata 1089, ma probabilmente antecedente a questa data che sorge proprio sul primo nucleo magnogreco dell’antica Pistoikos e, accanto alla chiesa, la Grancia ossia il chiostro dei monaci basiliani, oggi restaurato.
Dovete sapere, però, che un tempo tutta la struttura era stata abbandonata e che, proprio dai monaci basiliani, comprò la grancia il mio bis-bisnonno – tanto che mio padre ha vissuto lì da bambino, assieme ai miei prozii e c’era addirittura un mulino! – poi, in epoca recente, la grancia è stata riacquistata dalla chiesa e ristrutturata.

Accanto all’Abbazia sorge il cimitero di Pisticci, dove – con il dovuto rispetto per il luogo – è abbastanza suggestivo camminare, vedendo tutte le varie cappelle familiari e rendendosi anche conto dello status di alcune famiglie locali dallo stile architettonico della loro ultima dimora.

Scendendo la collina del Casale si arriva alla zona delle Matine, tre rioni di Pisticci che partendo dalla zona di Santa Croce, arrivano fino a Palazzo Giannantonio, oggi sede del Comune ma un tempo di proprietà dell’omonima famiglia, con un bel cortile interno in cui si trova anche un pozzo, un tempo usato per le necessità non solo della famiglia.

una delle stanze della mostra di InsideSouth


Alla sinistra del Palazzo sorge Piazza dei Caduti, un tempo piazza del Mercato e, proprio all’angolo tra la piazza ed il palazzo, in questi giorni potete ammirare un palazzo che negli ultimi 20 anni è stato chiuso al pubblico: Palazzo Panetta,che dallo scorso 27 dicembre sta ospitando la mostra fotografica di InsideSouth, la residenza artistica a cui mi riferivo prima, con le opere fotografiche di quattro artisti: Fatima Abreu Ferreira, Annalisa Natali Murri e i due artisti locali Marina Di Tursi e Mariano Silletti, ospitate nelle stanze di questo magnifico palazzo privato che, proprio con questa mostra, ha riaperto le sue porte – grazie alla gentile concessione dei suoi proprietari.

E, dopo la visita alla mostra, è d’obbligo la fermata al Bar Pisticci per assaporare il buonissimo caffé della famiglia D’Onofrio e gustare la buonissima Bianca, un dolce a base di ricotta che si può trovare solamente in questo caffé e che conquista tutti i suoi avventori.

Anche perché, per continuare il giro, c’è bisogno di energie!

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