In love with Slovenia (part 2): Mengeš, Kamniška Bistrica e Kamnik

Non avendo dormito chissà quanto durante il viaggio di andata, non è poi così strano che dopo essere arrivato a casa del mio amico ed aver mangiato un ottimo piatto di gulaz (che non è il gulash ungherese, ma è una squisitezza da provare!), sono crollato come un sasso.

Il giorno seguente, dopo un buonissimo pranzo (di cui ricordo bene questa ottima zuppa di fagioli, di una grandezza per me alquanto insolita abituato ai nostri borlotti e cannellini), abbiamo fatto una (brevissima, perché c’era un sacco di fango) camminata lungo il fiume Pšata a pochi passi e poi siamo andati in auto verso la valle del Kamniška Bistrica , un paesaggio di una bellezza travolgente, già sulla strada che porta alle sorgenti del fiume. Uno spettacolo che ti coinvolge e ti lascia senza fiato ad ogni tornante, questo paesaggio alpino che ti fa pentire di ogni secondo in cui sei lì a cercare di coglierlo in uno scatto perché ti stai perdendo l’attimo immediatamente successivo.
Siamo passati vicino al parco di rimembranza in ricordo degli alpinisti sloveni morti, alla strada che porta a Velika Planina, un altopiano che però non sono (ancora) riuscito a visitare. E poi, scendendo dall’auto, questa bellissima visione:

Kamniška Bistrica – Dicembre 2019

Come non rimanere folgorati davanti a questa bellezza? A queste acque così limpide, cristalline? Uno spettacolo a dir poco meraviglioso!
Io continuavo a ripetere “wow!” ogni due secondi, mi avranno preso per scemo, ma è l’unica reazione che si può avere davanti ad uno spettacolo del genere, credo!

Ci siamo seduti su una panchina ad ammirare il paesaggio e poi una bella passeggiata nei boschi lì intorno, su un sentiero che non era proprio il massimo della comodità (specie se non si ha l’abbigliamento adatto) ma che è una vera e

propria gioia per gli occhi: questo verde acceso dei muschi, un piccolo torrente che vi passa attraverso, con delle cascate, circondato da alberi, davvero uno spettacolo da non perdere!

La mia goffagine non mi ha impedito di finire con un piede in una pozza d’acqua, ma è stata una scusa per rifugiarci all’ “International Piknik Center Pri Jurju” per un té caldo: un posto davvero suggestivo, se non vi fanno troppa impressione gli animali impagliati! Ma per chi è abituato ai rifugi di montagna alpini, non credo sia poi un’esperienza così traumatica! (poi il proprietario è alquanto amichevole!)

visuale dal Mali Grad di Kamnik

Dopo Stahovica, siamo tornati verso Kamnik dove Blaž mi ha portato a vedere il Mali Grad – ossia il Piccolo Castello – e la fantastica visuale da lì, accennandomi anche di una leggenda legata al castello che riguarda la Contessa Veronica, una donna così avara che a dei frati questuanti rispose “preferirei trasformarmi in un serpente piuttosto che darvi dei soldi”. Detto fatto, fu colpita da un fulmine e si trasformò in una creatura metà donna e metà serpente. E la leggenda narra che potrà essere salvata solo da un bambino di sette anni che la frusterà tre volte sulla schiena e, in cambio, gli verrà dato un grande tesoro.

Dopo Kamnik siamo ritornati a Mengeš, quando il sole era ormai tramontato e ho visitato uno dei posti il cui nome è stata la prima parola in sloveno che ho imparato: una pasticceria (che in sloveno si dice slaščičarna) in cui però io ho bevuto solo una birra, ma il posto è davvero carino e mette un’acquolina in bocca che non vi dico!

La serata poi si è conclusa con uno spettacolo teatrale presso il centro giovanile di Mengeš. In sloveno. Inutile dirvi che io ho seguito solo i movimenti del tizio e non ho capito granché di quello che ha detto, ma per sommi capi ci ero arrivato al senso! Okay la bassa autostima, ma non sono così stupido!
E, dopo il teatro, un altro vin brulé (stavolta però bianco) in un localino lì vicino, chiacchierando con Blaž ed un’altra sua amica, di teatro, lingue e roba varia.

Ma non è finita qui! Nel prossimo post vi racconterò dell’ultima giornata (intera) in Slovenia!

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